LA SOPPRESSIONE DELL’ENSE VA CONTRO LE NECESSITÀ SIA DI FINANZA PUBBLICA CHE DI SICUREZZA SULLE SEMENTI

Si rischia una zona d’ombra nel controllo della qualità delle sementi in Italia: la manovra finanziaria presentata dal Governo prevede la soppressione dell’Ente Nazionale Sementi Elette (ENSE), l’organismo di controllo e certificazione delle sementi che non usufruisce di nessun contributo dallo Stato.

 

(Cesena, 16 giugno 2010) – La manovra presentata dal Governo prevede la soppressione dell’Ente Nazionale Sementi Elette (ENSE), organismo a cui sono affidati controllo e certificazione di qualità delle sementi prodotte in Italia. Su tale scelta esprime forte preoccupazione il COAMS (Consorzio delle Organizzazioni di Agricoltori Moltiplicatori di Sementi), secondo il quale la direzione presa non solo non produce benefici per i conti pubblici, ma rischia di mettere in forte crisi l’intero settore sementiero. «L’ENSE è un ente che non beneficia di alcun contributo ordinario da parte dello Stato – afferma Giovanni Laffi, presidente COAMS - per cui la sua eliminazione non concorre in alcun modo al raggiungimento degli obiettivi di finanza pubblica. Se poi si considera che il bilancio di questo ente è in attivo, davvero non si capisce la ratio di questa soppressione».

 

«Come COAMS siamo molto preoccupati – continua Laffi – in quanto il prospettato trasferimento presso altri enti dei compiti dell’ENSE potrebbe portare all’impossibilità di svolgere i controlli e le certificazioni di qualità così come vengono effettuati oggi. Questi sono elementi fondamentali per i moltiplicatori sementieri, perchè che senza tali certificazioni non si garantirebbe più la qualità delle sementi e sarebbe impossibile commercializzare il prodotto». Il trasferimento dei compiti dell’ENSE all’INRAN (Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione) previsto dalla manovra del Governo, oltre a portare a bilancio costi che lo Stato ora non sostiene, andrebbe a deprimere un’attività di ricerca che ora non costa nulla alle casse pubbliche in quanto attualmente l’ENSE si avvale anche per questo solo di risorse proprie.

 

Per questi motivi COAMS chiede al Governo e al Ministero dell’Agricoltura di intervenire affinché l’ENSE venga stralciato dalla lista degli enti da sopprimere. L’importanza di questo Ente per l’intero settore sementiero spinge COAMS a richiedere l’interessamento anche dei parlamentari componenti la Commissione Agricoltura di Camera e Senato. «Siamo certi che procedere sulla strada prospettata abbia ben poco senso, sia per le casse pubbliche che per l’intero comparto sementiero – conclude Laffi – Si tratta di un organismo che si autosostiene dal punto di vista economico, e svolge funzioni fondamentali per i produttori di sementi. Sopprimerlo significherebbe dare un colpo durissimo all’intero settore, senza ottenere benefici sui conti pubblici. Confidiamo nel dibattito in Parlamento affinché si faccia un passo indietro su una decisione che consideriamo dannosa».